Curiosità su Photoshop

  • Il software più piratato to di sempre.
  • Non è stato inventato da Adobe, ma acquistato.
  • Il primo nome che ha avuto è stato “Display”.
  • Photoshop su Google restituisce 493 milioni di risultati.
  • Tutte le versioni di Photoshop
  • La storia illustrata di Photoshop dei suoi primi vent’anni.

Non sono molti i software in circolazione da più di venti anni. Sono ancora meno quelli che si usano volentieri nel lavoro di tutti i giorni. Rendersi indispensabile è una scelta che paga sempre, nel mondo del lavoro ed anche in quello dell'informatica. Ma ci vuole anche un pizzico di fortuna, non trovate? La fortuna di Photoshop è stata di essere acquistato dalla compagnia giusta, al momento giusto. Ma andiamo con ordine.

Le origini di Photoshop

Michigan (USA). La versione più primitiva di Photoshop (che allora veniva chiamata Display) venne realizzata Thomas Knoll nel 1987 su di un Mac Plus. Display visualizzava immagini costruite in scala di grigio su monitor in bianco e nero. Nessun altra funzione! Thomas, i casi della vita, aveva un fratello, John Knoll, che lavorava alla Industrial of Light & Magic (società fondata nel 1975 da George Lucas celebre per aver realizzato gli effetti speciali di Star Wars, Star Trek, ecc.).

John, che sperimentava l'editing delle immagini su computer per utilizzarle negli effetti speciali, spinse Thomas a sviluppare e migliorare Display. Acquistò un Macintosh II, il primo modello a colori. Thomas riscrisse Display per poter funzionare anche a colori. Parliamo del lavoro di mesi, ma l'evoluzione del software è continua. Mentre Thomas rende il software compatibile con diversi formati su invito del fratello, John scrive le routine di editing che sarebbero poi diventati i filtri.

Thomas in questa fase che a noi potrebbe sembrare molto primitiva aveva già implementato le funzioni che noi oggi conosciamo come regolazioni per la correzione della luminosità, saturazione, bilanciamento del bianco e tinta. Inoltre era già possibile utilizzare pennelli e operare con selezioni dai bordi non netti. Insomma un prodotto estremamente avanzato per il 1988, che cominciò a far riflettere i fratelli Knoll sulla possibilità di poterlo commercializzare.

Photoshop trivia: as John Knoll and Thomas Knoll were creating Photoshop, John was whipping up all sorts of filter effects for the program (a number of which I brainstormed with him), and he had a hard rule that filter names had to be verbs. He had come up with a filter for creating an effect called Dirichlet domains – a type of cell averaging technique – but he got hung up on a way to represent this esoteric process as a verb.

I was working with a very early version of the software at that point (Adobe didn't know about it quite yet), and one night, I was in my office, messing around with PS, with my CD player blaring Emerson, Lake and Palmer. In the middle of the song "Still, You Turn Me On", there's a lyric, "Though your flesh has crystallized", and I thought, "CRYSTALLIZE, that's a verb". I called John on the phone, he said it was perfect, and you'll find the Crystallize filter in the Pixelate submenu of filters, right where it's always been.

David Biedny su Facebook

La beta di Photoshop

John cominciò a valutare la concorrenza, e cercò un nuovo nome per Display. Dopo aver scartato “Image Pro” (già utilizzato) qualcuno suggerì Photoshop e Photoshop fu. Mentre John andava in giro per la Silicon Valley a presentare demo e contattare aziende (e ad incontrare le prime resistenze), Thomas continuava a rifinire il software. Adobe era interessata ma non aveva fretta di chiudere un accordo.

I fratelli si accordarono allora, per un periodo di tempo limitato, con una società chiamata Barneyscan produttrice di scanner. La Barneyscan ritenne che il sofware potesse essere utile ai propri clienti e decise di allegare Photoshop 0.65, nella sua prima versione commerciale, rinominato Barneyscan XP, e distribuito in circa duecento (!) copie. La Barneyscan venne acquistata dalla PixelCraft (Xerox) nel 1993, Photoshop invece…

L'incontro con Adobe

John riuscì anche ad avere un incontro con gli ingegneri della Apple. Lasciò qualche copia, che però venne condivisa con una certa ingenuità, cominciarono così i problemi di pirateria per Photoshop. Il nuovo incontro con Adobe segnò però la svolta.

Grazie all'incontro con un nuovo personaggio chiave, Russell Brown. Direttore creativo di Adobe, Brown fu molto colpito da Photoshop e credette seriamente nel suo potenziale. Adobe si era messa in contatto anche con altri sviluppatori per cercare un programma di grafica, ma Brown ormai aveva deciso. I mesi successivi servirono per gli accordi legali, i fratelli, molto in gamba, decisero di non vendere completamente Photoshop ma di avere delle royalty in base alla sua distribuzione.

Nel 1990, dopo mesi di ottimizzazione e nuove funzioni aggiunte, Adobe Photoshop 1.0 venne distribuito. Semplice da usare, e ben programmato, Photoshop ebbe subito successo. Proprio nel momento in cui i sistemi desktop stavano cominciando a moltiplicarsi (parliamo esclusivamente di Apple). Adobe pubblicizzò Photoshop come un software alla portata di tutti, differenziandolo dal suo primo concorrente ColorStudio di Letraset che non comprese che, già allora, il tema dell'usabilità era fondamentale.

Le icone di Photoshop nelle maggiori versioni

Curiosità, Letraset era entrata nel settore dell'informatica con il declino dei propri prodotti artistici, in particolare produceva trasferibili (ve li ricordate?). Lo sviluppo di Photoshop sotto l'ala di Adobe proseguì nel migliore dei modi, la versione 2.0 di Photoshop aggiungeva il supporto CMYK (una delle grandi mancanze di GIMP ancora oggi, plugin a parte). Parliamo ancora di un software esclusivo per Apple. Il supporto per Windows arrivò solo con la versione successiva, curiosamente la 2.5. Ma la versione 3.0 veniva già sviluppata, e portava una certa novità, i livelli (settembre 1994).

Il successo

Per quanto sembrasse che Photoshop potesse essere già un programma maturo e non ci fosse molto altro da fare, ignegneri, visionari e creativi non si lasciarono trasportare dal successo. Continuando a lavorare, ricostruirono l'intera interfaccia grafica per renderla compatibile esteticamente, e non solo, con gli altri prodotti Adobe. Il successo della versione 4.0 fu planetario e Adobe si decise, alla fine, di acquistare completamente la licenza del software dai fratelli Knoll.

La versione 5.0 era già in fase di sviluppo e aveva due novità molto importanti. La funzione storia e le funzionalità per la gestione del colore (percepita come scadente dal grande pubblico). Novità necessarie dato che il mondo della carta stampata era entrato definitivamente nell'era digitale del desktop publishing.

Internet iniziava ad essere un nuovo strumento di largo consumo. E la gestione del colore era necessaria per entrambi i mondi. Dedicata al web, in particolare, fu la versione 5.5 che implementava anche Image Ready. La versione fu rilasciata subito dopo che le azioni di Adobe dimezzarono il proprio valore per dinamiche di mercato, al punto che Quark tentò di comprare Adobe, nonostante la seconda fosse una società molto più grande e ricca.

Adobe rispose non solo con Photoshop 5.5 ma anche rilasciando la prima versione di Indesign (software sviluppato per competere con Quark XPress, standard di quegli anni). Photoshop 6.0 entra nel secondo millennio con nuovi strumenti come le forme vettoriali, fluidifica e gli stili di livello. Photoshop 7.0 si lega definitivamente alla fotografia digitale con il suo plugin Camera Raw 1.0.

Adobe Creative Suite

Ottobre 2003. Photoshop CS (release 8.0) segnò il cambiamento e l'introduzione del pacchetto, la Creative Suite, che abbiamo utilizzato per un decennio. La CS era ancora "incompleta" dato che Adobe avrebbe acquistato Macromedia solo due anni più tardi, aggiungendo alla Suite tutti i software relativi alla pubblicazione di contenuti su internet (principalmente Dreamweaver e Flash). Si possono osservare i primi passi verso un mondo complicato e flessibile, potente ed articolato.

Supporto per Javascript, e, curiosità, l'impossibilità di stampare da Photoshop le scansioni di diversi formati di banconote. In questi ultimi anni lo sviluppo di Photoshop è stato molto complesso, sarebbe necessario un libro per raccontare tutti i piccoli ma significativi cambiamenti. Adobe infatti si è concentrata per rendere questo software più usabile dagli utenti, cercando di rendere i processi più fluidi ed intuitivi.

Adobe Creative Cloud

L’ennesimo cambio radicale di business model di Adobe viene annunciato al pubblico nel 2011. Si sarebbe passati da un modello di licenze “tradizionale”, in cui si acquistava una versione del software che sarebbe stata propria ed utilizzabile per quanto tempo si voleva, ad una a sottoscrizione. In cui il software si può utilizzare finché si paga, appena i pagamenti mensili si interrompono, non si potrà più aprire Photoshop.

Le critiche furono numerose e potenti. Chi scrive crede che furono anche spesso irrazionali. Dire che acquistare con il vecchio modello avrebbe lasciato la proprietà di una versione di Photoshop per sempre è vero, ma anche inutile, visto che Adobe ogni anno e mezzo di media rilasciava aggiornamenti importanti, e che il digitale non permette di utilizzare, anche se lo si possiede, un software sviluppato dieci anni prima.

Il problema, quindi, non è come Adobe vende il software, ma a quanto! Photoshop è un software creato trent’anni fa, ma che oggi viene venduto in un mercato di SAAS, mini-app e software a bassissimo costo. E possiamo vedere tutta l’ipocrisia di Adobe osservando che il Piano Fotografia di Creative Cloud, che contiene Photoshop e Lightroom viene venduto a 12€/mese, mentre il solo Photoshop viene venduto a 24€/mese (N.B. utile precisare che vengono forniti 100GB di spazio su Cloud, invece dei 20GB del piano fotografico).

La storia di Photoshop è interessante, ricca di eventi, e piena di errori. Come utenti, professionisti ed amatori, ci siamo dovuti adattare ad ogni tipo di eccessi, scelte errate, bug, strumenti implementati di cui avevamo bisogno, mancanza di sviluppo di quelli che ci servivano. Ma nessuno vuole ridurre l’importanza di un progetto unico al mondo, e delle difficoltà che sono state incontrate.